La realtà supera la fantasia. Il sistema dominante lavora per renderci schiavi, o zombi. Diventiamo, siamo, cavie. Nessun complottista paranoico potrebbe essere tanto lucido da inventare le azioni di un grumo di potere apertamente antiumano, forse criminale. Nonostante la censura, molte cose vengono alla luce, altre sono ammesse tranquillamente, di altre si avverte l’esistenza facendo, come si dice, due più due. Parliamo di reset mentale, di pericoli legati all’Intelligenza artificiale “generativa”, di mutamenti climatici indotti tecnicamente, dei rischi delle radiazioni elettromagnetiche del sistema 5G – i cui limiti sono stati aumentati per decreto – del cibo artificiale di cui ignoriamo le controindicazioni, dei danni prodotti al cervello dalla connessione prolungata ad apparati artificiali (smartphone, computer). Sullo sfondo, l’assalto alla libertà e alla salute prodotta dai poteri conferiti all’Organizzazione Mondiale della Sanità – un tassello fondamentale del governo mondiale oligarchico – e l’immenso potere di sorveglianza, manipolazione, riconfigurazione mentale della cupola fintech.
Scrivevamo così nel nostro La guerra delle parole (Nexus Edizioni, 2023): “almeno dal 2020 la NATO porta avanti piani di guerra psicologica. I documenti interni parlano apertamente di guerra cognitiva. La battaglia per il controllo dell’opinione pubblica si combatte con strumenti sempre più sofisticati, le tecniche di soft power. (…) Uno dei primi documenti su queste operazioni è il saggio “NATO’s Sixth Domain of Operations”, pubblicato a settembre 2020 per conto del NATO Innovation Hub. Il testo si conclude con un discorso immaginario del Presidente degli Stati Uniti che spiega come funziona la guerra cognitiva e perché ogni essere umano vi è coinvolto: gli odierni progressi nelle nanotecnologie, nelle biotecnologie, nelle tecnologie dell’informazione e nelle scienze cognitive, guidati dall’avanzata apparentemente inarrestabile della troika dell’intelligenza artificiale, dei Big Data e della dipendenza digitale della nostra civiltà, hanno creato una prospettiva molto più inquietante: una quinta colonna incorporata in cui ognuno, a sua insaputa, si comporta secondo i piani di uno dei nostri avversari. I pensieri e i sentimenti di ciascun individuo sono al centro di questa guerra: tu sei il territorio conteso, ovunque tu sia, chiunque tu sia. Gli autori, August Cole e Hervé Le Guyader sostengono che l’uomo (“il dominio umano”) è la maggiore vulnerabilità. Controllarlo è quindi la base di tutti gli altri campi di battaglia (terra, mare, aria, spazio, cyberspazio). “
L’ambito sanitario unisce il controllo del corpo e della mente. Una vera bomba è l’intervista a Tucker Carlson dello scienziato tedesco Michael Nehls, convinto che il Covid e i sieri mRNA siano stati progettati per ridurre l’umanità a una “modalità zombi” permanente, diretta da un governo mondiale, a sua volta organizzato da algoritmi di Intelligenza Artificiale. Il principio di prudenza impone di non credere con leggerezza ad affermazioni tanto sconvolgenti. Il prestigio di Carlson e il curriculum di Nehls inducono tuttavia a prendere in considerazione la tesi. “Se guardiamo indietro a quindici anni fa, era chiaro che la proteina spike è un’arma biologica contro il cervello, in particolare contro quella parte del cervello che io chiamo il nostro sistema immunitario mentale che è la parte molto importante che ci rende umani, ci permette di pensare, essere curiosi, esplorare il mondo e sviluppare cultura. Quindi la proteina spike ha attaccato la base stessa dell’uomo”. Vale la pena rammentare che la proteina spike (punta, chiodo) è il principale meccanismo che il virus utilizza per infettare le cellule bersaglio. Il Covid non sarebbe una casualità, tesi indebolita dalle rivelazioni sulle prove pandemiche realizzate nel 2019 e dall’ esistenza conclamata di laboratori biologici di “guadagno di funzione”, il cui compito è rafforzare i virus allo scopo – dicono – di scoprire antidoti. La lotta al virus non avrebbe al centro gli interessi economici di Big Pharma, per quanto giganteschi, ma l’intera vicenda pandemica sarebbe “un’operazione volta a conquistare la mente umana”. Secondo Nehls prove schiaccianti suggeriscono che le battaglie contro le pandemie perpetue, i cambiamenti climatici incontrollabili sono aspetti di una guerra segreta al cervello umano.
Il libro The indoctrinated brain (Il cervello indottrinato) cita l’ondata di malattie psichiatriche e depressione, il declino della salute mentale, considerati il risultato di un processo di indottrinamento neuropatologico. La malattia mentale epidemica sarebbe il sintomo e il motore della manipolazione di massa, il cui obiettivo è il controllo totale dell’umanità. Deliri? Follie espresse con una patina di attendibilità scientifica? Di certo danno i brividi le analogie con i progetti oligarchici del Grande Reset espressi a Davos sin dal 2020, il tentativo – dichiarato – di modificare l’umanità per farle accettare un sistema di controllo totalitario, nonostante la sua fondamentale incompatibilità con la natura umana.
Nehls illustra come l’umanità venga riprogrammata per diventare priva di memoria e di individualità. Le modalità tecniche hanno origine nel lavoro di due premi Nobel: l’economista Daniel Kahnemann e il pioniere del genoma umano Francis Crick, che hanno esposto la teoria dei due sistemi del cervello. Il sistema due è il cervello pensante, il sistema uno è la nostra azione predefinita, che permette, “in situazioni standard, di reagire in un modo che non costa energia mentale”. Crick chiamò il sistema una modalità zombi. Se non si è più in grado di impegnare il sistema due – sotto l’attacco del virus, della paura, di stili di vita malsani – “allora siamo bloccati in modalità zombi, e temo davvero molto la società zombi”. Carlson, visibilmente scosso, ha chiesto che cosa significhi questo per le religioni. Nehls risponde: “Il credo religioso si basa sulla memoria. Se la memoria viene sovrascritta, avete già la risposta”. Il futuro che si prospetta è senza Dio, privo di qualsiasi identità significativa. Forse è questo il senso dello slogan di Davos “non possiederai nulla e sarai felice”. La minaccia include anche l’anima.
Nehls è un esperto della malattia di Alzheimer, che lo avebbe portato a riconoscere la soppressione artificiosa della neurogenesi – la rigenerazione naturale delle cellule cerebrali – che avviene nell’area chiamata ippocampo. È così che si creano i ricordi, che si impara, ed è la base di ciò che rende le persone singolari nel pensiero e nelle convinzioni. È l’area cerebrale in cui ha sede l’identità umana, obiettivo, secondo l’autore, di una guerra di conquista. La sua tesi – devastante se fosse vera – è che l’azione nel cervello delle proteine di punta del virus e dei vaccini blocca la generazione dei ricordi, come avviene nell’ Alzheimer. Il processo avrebbe due fasi. Innanzitutto, si blocca la neurogenesi, la produzione di nuove cellule nervose nell’ippocampo. Così il cervello inibito è pronto per la programmazione. Poi si creano le storie che si vogliono installare nel cervello. Nehls sottolinea l’importanza delle emozioni nelle narrazioni impiantate, il che spiega perché il sistema di comunicazione fornisca costantemente cose da temere, ossia instilli paure sempre nuove. Poiché occorre suscitare emozione, la narrazione (storytelling) induce ogni giorno nuovi timori, storie di disgregazione sociale, migrazioni di massa, minacce di guerra nucleare,crisi climatica.
“Tutte queste storie vengono fuori giorno per giorno”, dice Nehls, sottolineando che la crisi è un tema centrale del Forum Economico Mondiale e dei governi che ne seguono l’agenda. Il WEF ha un programma che parla di “perma-crisi”, crisi permanente. Le nuove regole di vita cambiano ogni giorno, generando tensione, una confusione che “se si osserva l’ippocampo – il funzionamento della memoria autobiografica – fa parte del piano. Modificare le regole ogni giorno significa doverne memorizzare di nuove. E queste sovrascrivono il nostro centro di memoria”. Qualcuno starebbe installando un malvagio sistema operativo sociale associato alla riprogrammazione dell’umanità.
“Bisogna creare una situazione in cui non ci sia alcun rifugio”, afferma Nehls, parlando della portata globale del piano. “Se tutti vengono attaccati, non c’è confine. Non si può andare da nessuna parte”. L’unica barriera rimasta in questa guerra senza frontiere è la nostra mente. Nehls sottolinea la necessità per il potere di cancellare la memoria per catturare l’umanità e il futuro. Quando si inizia a sovrascrivere il passato, non c’è più un confine nel cervello. Asserzioni che gettano un’ulteriore ombra sinistra sulla cultura della cancellazione, la tendenza postmoderna e obliterare ogni memoria, bloccando la trasmissione di idee, valori, comportamenti.
Non abbiamo alcuna competenza per valutare le tesi di Nehls; tuttavia, la riduzione dell’umanità a cavie da riprogrammare sino a renderci zombi – schiavi soddisfatti di false libertà e immense menzogne – è nei fatti. Una prova di ciò che avviene per volontà del piano alto del potere in assenza di dibattito è la recente vicenda delle piogge torrenziali cadute su Dubai e sull’Arabia Saudita, territori desertici. Per anni la cosiddetta geoingegneria è stata un argomento rimosso, un tabù. Eppure, è certo che alcune pratiche siano usate sin dalla guerra del Vietnam (anni 60/70 del secolo passato). Adesso i media ammettono l’utilizzo della geoingegneria per combattere il cambiamento climatico e per indurre eventi atmosferici, come nel caso arabo. L’esistenza delle “scie chimiche” – tipico tema complottista – non è più negata. È diventato argomento di dibattito medico-scientifico l’effetto dell’uso massiccio degli apparati informatici, la dipendenza che inducono e le modifiche biologiche della struttura cerebrale.
L’altro tema incandescente è l’Intelligenza Artificiale. Si tende ad affermare che tutto dipenda dall’uso che ne facciamo. È una menzogna: la tecnologia non è neutra e tanto meno impersonale: i suoi avanzamenti sono finanziati da immensi investimenti di gruppi di potere. Preoccupano i pericoli del suo utilizzo che aiuta a stabilire un dispotismo nuovo, la “governance” tecnocratica basata sulla sorveglianza. Un potere non più esercitato dai centri istituzionali del potere, ambientale, integrato nella cultura dell’emergenza e del panico: sanitario, economico, geopolitico, energetico, climatico, alimentare. L’I.A. è una miscela di scienza volgarizzata e statistica che aggiunge un “bias” (una distorsione) al flusso vertiginoso di dati e informazioni: il pregiudizio infuso dal potere. Chi la controlla mira a stabilire una nuova disciplina di massa. Crea una società volontariamente sottomessa, che si crede informata ma è formattata come un gregge, per di più disperso, poiché la tecnologia scioglie i legami e chiude nella sua gabbia.
L’intelligenza artificiale dichiara abolito il pensiero, ridotto a mera combinazione di dati. Ci esonera dalla difficile decisione di schierarsi, allevia i dilemmi, i dubbi, le cadute di esseri fallibili; abolisce ciò che è specificamente umano, l’unicità di ogni pensiero, frutto delle nostre carenze, del nostro vissuto. La tecnologia odia questa singolarità intrasferibile, perciò si dedica a standardizzarci, a limitare l’esperienza umana a ciò che una macchina può sapere. Questa spinta furiosa a schiacciare l’unicità della persona e a creare un’umanità seriale è il motore segreto dell’intelligenza artificiale. La repressione di ogni forma di intelligenza dissidente o ribelle, di ogni autonoma individualità è il suo obiettivo prioritario. L’accelerazione tecnologica trasforma in monadi identiche, spersonalizzate, malleabili, svuotate di pensiero. Zombi. Niente di diverso dalle inquietanti tesi di Michael Nehls. Marciano divisi, colpiscono uniti. Proprio me, proprio te, cavie umane.
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