8 Ottobre 2024
Nativi Padovan Società

Uomo Bianco non avrai il mio scalpo!


di Gianluca Padovan
– «Ci avete invasi e deportati». Ci avete rubato le donne, gli uomini, il petrolio, i diamanti, le terre, i fosfati e pure l’acqua. Avete portato la rovina e la miseria nelle terre che erano dei padri dei nostri padri. Ora ci avete dichiarato una guerra mascherata da «missione di pace», facendoci anche combattere tra di noi e piazzandoci in casa governi-fantoccio al vostro servizio. Ora noi siamo a casa vostra e facciamo quello che chi comanda vuole nella taciuta realtà: non ci integriamo. E facciamo quello che vogliamo. Voi avete minato la nostra società, ora noi miniamo la vostra.

– La Gente Comune è quella che vive e desidera vivere in comune e in armonia. È la gente che costituisce ogni nostro Comune e forma la Nostra Comunità. E desidera vivere in pace e in prosperità, prendendosi cura del nucleo familiare, crescendo i propri figli, accudendo gli anziani e aiutando gli indigenti. Ma potrebbe ribellarsi e fare fronte comune contro coloro i quali desiderano tutto (e questi individui sono «i pochi»), a discapito degli altri (che sono «i molti»). E per fare questo «i pochi» mirano a destabilizzare la base del nucleo familiare dalle plurimillenarie tradizioni sociali e religiose, fomentando le devianze. Oltre a sesso, alcol, droga e televisione imbonitrice, si creano nuove comunità tra la Gente Comune: saranno queste nuove comunità l’elemento determinante nella creazione della tensione che genera il caos. Nel caos la Gente Comune è disorientata, può creare problemi solo a «bassa intensità» e non riesce ad opporsi al generatore del caos. E la Comunità tende a disgregarsi.
– «Uomo Bianco non avrai il mio scalpo e ti sommergerò con la mia onda». Intanto t’impongo le mie religioni, i miei costumi, le mie donne e i miei uomini. Così ti annienterò, così ti cancellerò dalla faccia del Pianeta Terra. Il caos avanza e io lo galoppo. O, almeno, io ho la sensazione appagante di galopparlo. Poco importa se qualcun’altro galoppa me: io non lo vedo. Ma vedo il bianco del tuo volto e l’obiettivo è chiaro: «Uomo Bianco io avrò il tuo posto!».

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