L’esiziale, fisico e spirituale, malvagio biennio ci mostra nei fatti che ogni morte contiene la vita. I “miserabili del web” hanno vinto un’impossibile partita disponendo soltanto di una fionda. Anche se neppure da un seggio si diffonderanno le idee che caratterizzano tutti i neo partitini antigovernativi, il solo fatto di essere arrivati a poterle pronunciare, seppur per poco, nei canali di massima diffusione, costituisce una vittoria.
Nel paesaggio di macerie di ogni tipo, valoriali, economiche, sociali, strutturali, istituzionali, occupazionali, sovraniche, identitarie, che chiunque può osservare dalla propria finestra sul mondo, c’è una vibrazione nuova che ne trae forza vitale.
Anche se il cielo sopra di lei è minaccioso e non ci offre serenità, il germoglio appare forte e sano.
Si tratta delle idee che, semenze a riposo nei cuori di molti, attendevano le condizioni per uscire dal sonno e mostrarsi alla consapevolezza.
Per non andare troppo indietro, l’epoca del Covid-gripaz-intruglio ha sospinto in molti uomini risvegli e consapevolezze forse inattese. Alla grottesca gestione governativa di questi ultimi due anni e al relativo incantesimo, disceso ad interrompere le sinapsi della maggioranza, insieme ad una fotostatica replica nei confronti dell’ennesima guerra d’egemonia Occidental-Nato, diversamente dalle loro aspettative, qualcuno ha detto basta!
La versione governativa, nonostante la capacità di fuoco mediatico dei potenti e dei loro vassalli, i “giornalisti veri” come si autoeleggono, non è riuscita a contenere lo slancio vitale che invece provocava. La cui proporzione, nei confronti di quella disponibile alle voci critiche, potrebbe figurarsi come Himalaya contro Langhe.
Ora sulle colline giacciono in molti, tra cui i “miserabili del web”(1), come ebbe a definire chi criticava le loro miserabili bugie, Massimo Giannini. Un popolo sparso, che i veri miserabili, quelli governativi, hanno praticamente costretto ad avvicinarsi, a fare corpo. Per quanto sia questa una considerazione evidente a tutti, quel corpo di consapevolezze ha giocoforza raggiunto – sebbene per pochi momenti percentuali, rispetto allo spazio consegnato ai detentori del pensiero unico e del politicamente corretto – la ribalta sul piccolo schermo.
Le elezioni del 25 settembre ultimo scorso, indette anche con l’intento di impedire la raccolta delle firme necessarie ai nuovi partiti per poter parteciparvi, hanno liberato nell’aria culturale italiana una fragranza che solo pochi mesi fa aveva un’identità più vicina all’utopia che al possibile.
Sta in questo la Vittoria. Le cose sono emerse e stanno emergendo. Gli uomini comuni si stanno accorgendo che ci sono interessi, superiori al bene dei popoli, che dettano politiche e scelte che hanno altri intenti. Che altro significano le parole della Von der Leyen “Se l’Italia va male abbiamo gli strumenti” (2) così in grave contrasto davanti al cosmo democratico? Che altro significa la nulla reazione dei media-zerbino d’Italia nei confronti di tanto attacco al nostro popolo, alle nostre elezioni, alla nostra dignità?
Da sempre, nell’informazione non governativa e, da ora, in questa campagna elettorale, oltre alla pace con le armi e la guerra, oltre a “è tutta colpa di Putin” (prima lo era dei “fascisti”) e alla scuola dell’obbligo estesa ai neonati, stiamo sentendo idee, voci ed energie dedicate ad una scuola che formi uomini compiuti e non uniformati individui pronti ad allinearsi e coprirsi, ad un’idea di salute che parta da come viviamo e da ciò che mangiamo, all’eliminazione della pubblicità e all’educazione della bellezza; alla liberazione dalla Nato, dall’Euro, dall’Europa, all’abbattimento dell’Ordine dei giornalisti, alla denuncia e diffusione dell’opera criminale del Governo – tanto per Covid, vaccini e ricatti verdi, quanto per la devastazione del tessuto economico-sociale e della salute psichica – alla neutralità nei confronti della pilotata guerra giallo-blu, testa di ponte stelle e strisce, al recupero di tutte le sovranità, all’identità nazionale, al denaro necessario preso dalla Difesa a favore di una ristrutturazione statale altrimenti al guinzaglio, se non al cappio, di entità che con gli stati ci giocano. Questa è la Vittoria. Queste sono le voci che urlavamo nei sottoscala e ora hanno sentito anche i divanisti.
Questa è la sintesi che impone la vittoria: “Al di là del giudizio che possiamo avere sul Regno Unito e sulla Monarchia, abbiamo ora assistito a un paese, a un popolo che si è stretto intorno alle tradizioni, ai riti e ai simboli della sua storia. L’Europa, invece, come la sua bandiera di stelle ha un vuoto al centro: non ha tradizioni, simboli, riti, civiltà intorno a cui chiamare il suo popolo. Ha solo spettri da fugare, interessi economici da difendere, sanzioni da infliggere all’interno e all’esterno, dipendenze coloniali da servire e sacrifici da imporre ai suoi cittadini; nazioni da distruggere e umiliare come la Grecia” (3).
Indipendentemente dai seggi ottenuti dai nuovi partiti che parlano una lingua estranea alla nomenclatura europea, sopprimere i nuovi virgulti non sarà così semplice. La criminalizzazione, la colpevolizzazione, i diversivi, gli infiltrati, sono andati avanti a spron battente da parte dei media passacarte prezzolati, in una misura che neppure il loro stesso venduto passato poteva immaginare.
I nuovi partiti, che tutti pensavano si costituissero in uno soltanto e che tutti con dispiacere constatiamo aver preso reciproca distanza dai propri compagni di missione, rappresentano la Vittoria.
Che questa duri il tempo di un lampo o arrivi a incidere il campo della società italiana è da vedere. I colpi biechi, alla Giannini, non sono mancati e non mancheranno. L’inesperienza, al cui posto in molti dei nuovi attivisti c’è spontaneità, farà i suoi danni, nei confronti dei quali si potrà essere tolleranti. La parabola vigliacca dei 5Stelle, dopo averla vista riaccendere speranze e immolarle poi sull’altare della convenienza, lasciando sul lastrico spirituale e morale un intero popolo tradito, viene da dire, difficilmente si ripeterà.
Dunque, passerà un tempo di rodaggio nel quale loro affineranno ulteriormente stiletti e menzogne, ma anche noi impareremo come innaffiare il germoglio. Restiamo concentrati sulla sua crescita. La Natura non mente.
Note
- – it/otto-e-mezzo/guerra-di-bombe-e-di-propaganda-otto-e-mezzo-puntata-del–16-03-2022 min. 5.21.
- – it-von-der-leyen-se-in-italia-va-male-abbiamo-gli-strumenti-lavoreremo-con-qualsiasi-governo-democratico
- – https://www.ariannaeditrice.it/articoli/il-fallimento-della-consorteria-europea
Immagini tratte dal web