22 Novembre 2024
Economia

La desertificazione dell’Europa – Umberto Bianchi

Desertificazione. Un termine questo che, preso a prestito da certa narrazione “green”, finisce invece con l’assumere ben altra connotazione se rapportato all’attuale situazione dell’Europa. Ciò che le bizze climatiche si vorrebbe facessero in termini di danno all’Europa ed al nostro paese, molto di più fanno le direttive “comunitarie”, prese in nome di un’Europa, ora non più espressione geografica e spirituale di un’insieme di liberi popoli e millenarie tradizioni, bensì di un coacervo di masse scontente, impaurite, deluse, confuse ed annebbiate da un continuo ed onnipresente bombardamento mediatico fatto di slogan vuoti, all’insegna di un quanto mai ipocrita buonismo ed un altrettanto peloso solidarismo d’accatto.

Cominciamo con il tema ad oggi più d’attualità, ovverosia quello inerente alle proteste del comparto agricolo, in tutta Europa. Ora, nonostante i toni trionfalistici del nostro governicchio, perché nei “piani alti” qualcuno abbia avuto sentore di aver sbagliato “qualcosa” e pertanto si sia arrivati a far ritirare di tutta fretta certi provvedimenti, si sono dovute mobilitare le piazze di mezza Europa, Italia inclusa. La revoca di certi provvedimenti e qualche spicchio di concessione da parte dei nostri governanti agli agricoltori, non significa che gli annosi problemi inerenti al comparto agricolo siano stati, come per incanto risolti. Tutt’altro. Questa è solo una tregua, una momentanea ritirata strategica da un fronte che rimane più che mai, aperto in tutta la sua drammatica problematicità.

Il graduale smantellamento del comparto agricolo, la sua riduzione ad un minimo vitale, per lasciar posto ad immense distese di pale eoliche o pannelli fotovoltaici ed al contempo, il consentire l’importazione di alimenti provenienti da paesi che non rispettano alcuna nessuna di quelle norme che riguardano la sicurezza o l’igiene degli alimenti, tramite il disinvolto uso di tipologie di pesticidi, concimi e quant’altro, da tempo proibiti in Europa. L’ignobile tentativo volto a sostituire le proteine animali, con farine proteiche di insetti o addirittura, con alimenti puramente sintetici e realizzati in laboratorio. Le ultime ed ottuse direttive europee in materia di edilizia, contemplanti l’obbligo di costosi lavori per l’adeguamento alle varie classi energetiche, comportanti il rischio di penalizzare pesantemente la piccola proprietà immobiliare. Il tutto, senza voler parlare del clamoroso buco nell’acqua costituito dall’immissione sul mercato delle auto elettriche, quanto mai anti economiche, inquinanti e con gravi problemi di funzionamento, ancor più aggravato dalla sconsiderata politica aperturista verso l’importazione di autoveicoli provenienti dalla Cina, tutto a detrimento della nostrana industria automobilistica.

Un quadro questo, che ci lascia capire come tutto quell’insieme di politiche comunitarie promosse all’insegna della cosiddetta ecosostenibilità “green”, altro non rappresentano se non quel tanto auspicato passo di marcia, quel cambio di paradigma produttivo, con il quale per le elites globaliste, i cui degni rappresentanti siedono sugli scranni del Parlamento e della Commissione Europei, si prospetterebbero maggiori guadagni, oltre ad un sempre più pressante e serrato controllo sui popoli.

Già. Per chi non lo sapesse o non lo avesse ancora capito, tutti questi provvedimenti a cui abbiamo accennato, dovrebbero essere accompagnati da una serie di direttive volte ad imprimere un maggior controllo sui cittadini europei (e non), come nel caso del passaporto cosiddetto “digitale o tutti quei provvedimenti volti a demandare all’Oms la decisione di politiche volte a limitare la libertà dei cittadini, in nome della “sicurezza sanitaria” e via discorrendo. Risparmi, coercizioni e controlli, tutti programmati in barba alla nostra salute ed ai nostri soldi, chiaramente. Quei nostri soldi, che generosamente versati nelle casse comunitarie del circo equestre di Bruxelles, altrettanto generosamente vengono spesi, senza alcun rientro economico per i cittadini europei. Anzi. Un problema questo, strettamente interrelato con il primo, visto che, ci si agita tanto a dire che a mancare, sono proprio le risorse finanziarie per certi comparti, come quello agricolo.

E’ di poco tempo fa, la notizia strombazzata con ottusa enfasi, della concessione, da parte dei rappresentanti dell’Europarlamento, di altri ben cinquanta miliardi di euro in aiuti all’Ucraina. Tradotto in parole povere: la troppo spesso lamentata carenza di fondi, per questo o quell’altro comparto delle economie europee (vedi l’agricoltura, sic!), sembra non sussistere più quando si parla di finanziamenti ed aiuti per la guerra di uno stato non facente parte della Comunità Europea. Una guerra sovvenzionata, particolare non trascurabile, in barba a tutti i dettami costituzionali nostrani e del resto d’Europa che, su questo punto, sono ben chiari. Tutte o quasi, le costituzioni d’Europa occidentale redatte dopo il secondo conflitto mondiale, proibiscono espressamente la partecipazione a conflitti bellici, senza aver subito una preventiva aggressione.

Ma a voler tralasciare il lato più prettamente formale attinente alla sfera legale, quel che maggiormente stride in queste scelte belliciste, è il fatto che, ad oggi, l’Europa non è, come una vulgata superficiale vorrebbe dare a credere, una specie di isola felice e priva di problemi. Tutt’altro. Tutele sociali sempre più risicate, comparti sanitari sotto organico, afflitti da croniche carenze di finanziamenti pubblici, ai quali fa spesso seguito una endemica disorganizzazione, tanto per elencare alcune delle più vistose problematiche, che non toccano solamente quei paesi che si affacciano sul Mediterraneo, come Spagna, Italia o Grecia, ma anche altre realtà di quello stesso settentrione d’Europa, come la Gran Bretagna, spesso portati ad esempio di ordine ed efficienza, rispetto ad altre realtà comunitarie.

Eppure, paesi come il nostro, tra i fondatori della Comunità Europea e tra i suoi maggiori contribuenti, si vedono spesso esser fatti oggetto di osservazioni da parte di chi auspica quanto mai improprie ed Inutili politiche rigoriste, con i soldi altrui…

E qui veniamo al terzo punto. Quella dell’adozione della Moneta Unica (Euro), è stata una mossa quanto mai improvvida, che ha contribuito in larga misura, ad abbassare notevolmente il complessivo tenore di vita degli europei tutti. La Moneta Unica, altro non ha fatto che livellare le economie dei vari paesi del Vecchio Continente, costretti a far pagare ai propri cittadini il costo finanziario dell’adozione di una valuta non più emessa da singole banche nazionali ma, si badi bene, da una banca centrale straniera, a sua volta partecipata da altre istituzioni finanziarie private. Pertanto, come abbiamo poc’anzi accennato, gli europei tutti pagano un aggio salato alla Bce, per la sola adozione della Moneta Unica, un po’ come accade con una qualsiasi carta di credito.

La tenuta finanziaria europea risente poi, delle suicide politiche belliciste comunitarie, visto che, l’aumento dei tassi d’interesse deciso dalla Bce della prode sigr.a Lagarde, (a suo dire giustificato dalle recenti spinte inflattive, sic!) trova la propria causa prima proprio in quelle politiche sanzionatorie promosse contro chi, come nel caso della Federazione Russa, ci riforniva di materie prime ad un costo sopportabile, contrariamente al gas “made in Usa” che, ad oggi, paghiamo a prezzi stratosferici. Quella che doveva essere una libera unione di popoli, animata da una comune appartenenza e vivificata dal retaggio di plurisecolari tradizioni si è, invece, trasformata in una specie di ottusa gabbia dei popoli, una Cacania post moderna, una specie di costoso ed inutile circo equestre, una grottesca fabbrica di norme ottuse ed oppressive, i cui rappresentanti, altri non sono che i tirapiedi prezzolati di quelle elites globaliste, i cui vertici, ad oggi, risiedono a Wall Street, nella City di Londra o nella Silicon Valley.

A tutto questo, fa da contraltare un’Europa sempre più “desertificata”, sempre più deprivata delle proprie risorse politiche, economiche e spirituali, oramai demandate ad anonimi ed oppressivi organismi sovranazionali. Ma, come si sa, la Storia dell’Occidente ha, da sempre, riservato delle quante mai inaspettate sorprese: negli ultimi anni, abbiamo assistito ad un risveglio di coscienze, a cui non si assisteva da molto, troppo tempo. Milioni di persone delle più differenti provenienze umane, politiche e sociali, sono ripetutamente scese in piazza, si sono mobilitate, hanno gridato il proprio disappunto, inizialmente per le politiche “sanitarie” messe in atto all’indomani della cosiddetta “emergenza pandemica” e poi via via per le varie folli scelte, sia economiche (come accaduto nella Francia di Macron, sic!), che per quelle belliciste, come nel caso delle imponenti manifestazioni in favore della libertà del popolo palestinese (oggetto oggi di un vero e proprio genocidio…) e adesso per salvare l’agricoltura europea, ovvero il diritto ad un’alimentazione sana, in parole povere: alla vita!

Il fatto è che i Signori Globalisti credevano di poter procedere tranquillamente con il loro folle e criminale piano di assoggettamento dei Popoli, ad un modello oppressivo ed alienante ed invece, cominciano a vedere che, pian piano, ma inesorabilmente la ruota della Storia d’Occidente, fatta di inaspettati scatti e moti di ribellione, inizia a presentare un conto che sarà sicuramente, salato.

 

Umberto Bianchi

Fonte immagine: Euronews

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